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Le origini di Galatina

Dal casale alla Città

La parola “Galatina” originariamente era un aggettivo utilizzato per indicare  “la terra galatina” o “la gente galatina” ossia la terra d’origine o la stirpe. Poi col passare dei secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri, il sostantivo “galatino” si è trasformato in “galatinese”.

Galatina identifica il luogo dell’area mediterranea, al centro della penisola salentina, in cui andò a collocarsi, a operare, a vivere e a riprodursi  il gruppo etnico galatino.

I vari tentativi per individuare i primi insediamenti di questo gruppo sono stati vani, soprattutto per mancanza di informazioni scritte che dessero indizi certi. Si parla prevalentemente di quei pochi centri salentini costieri che si collegavano alle vie ellenico-romane che andavano da nord verso sud per imboccare le rotte Orientali delle province romane e della Terra Santa. 

 Del “centro” galatino non vi è nessuna traccia negli itinerari dei geografi né dei trafficanti di spezie né dei pellegrini, anche se esso era situato appena fuori dalle importantissime reti viarie come la Via Appia e l’Appia Traiana, rappresentando un centro rurale ben definito, ricco di carrarecce che lo collegavano agli altri centri abitati situati sulle sponde dell’Adriatico e dello Ionio.

Le origini di Galatina

Per tutto il periodo che va dall’età magno-greca ed ellenistico-romana sino a tutto il primo millennio dopo Cristo, Galatina fu il nome di quell’area specifica  e ben identificata, situata nel cuore del Salento, caratterizzata da un agglomerato di “costruzioni” sparse, che man mano tendeva a dare forma a un “casale” , formato da insediamenti spontanei  la cui tipologia era fortemente legata all’attività svolta dai suoi occupanti, l’agricoltura.

L’attività primigenia di Galatina fu infatti proprio l’agricoltura e tutto quanto potesse riprodursi sul terreno coltivato ai fini dell’alimentazione. L’attività del primo gruppo, insediato in età medievale, consistette prevalentemente nell’adattamento della macchia e nella trasformazione della selva o bosco in particolari colture, modificando il paesaggio naturale in quello agricolo, nel rispetto delle caratteristiche morfologiche proprie del territorio che costituivano l’agro galatino.  Solo in tempi successivi, dopo il Mille, Galatina cominciò la sua storia di aggregato urbano vero e proprio ed è in questo periodo che si delinea in modo particolare il paesaggio agrario galatino, fatto prevalentemente di “SCIARDINI”.  Col termine “sciardino” (giardino) si può sintetizzare la caratteristica del territorio agrario galatino.  Sciardino è un appezzamento di terreno chiuso, nelle vicinanze dell’abitato, ben recintato e ricco di acqua, di colture erbacee (ortaggi e verdure) e arboree (aranci, limoni, fichi, gelsi, nespoli, ecc.).

Fu nella prima metà del ‘300 che si andarono a concretizzare i primi veri e propri “elementi essenziali” di urbanizzazione di Galatina , le murala piazzala chiesa.

Le mura cittadine favorirono l’inurbamento e fecero assumere compattezza e dimensioni alla cittadina che già presentava un certo dinamismo con una sua economia basata sui prodotti della campagna e dell’allevamento del bestiame.  Dopo circa due secoli, l’ulteriore sviluppo urbano comportò l’allargamento della cinta muraria.

Risale  infatti alla prima metà del Cinquecento la realizzazione delle nuove mura a cura di Pietro di Toledo Vicerè di Napoli.  A questo ampliamento ne seguì un terzo nel Seicento e un quarto agli inizi del  Settecento.

Le origini di Galatina

Queste, in sintesi, le origini di questa città, il cui nome sino a tutto il primo millennio fu “Galatina” al quale, nel periodo di dominazione Normanna (sec. XI), fu unito quello di “San Pietro” divenendo “Sanctu Petrus de Galatino” e poi  “San Pietro in Galatina”, fino a tornare a essere Galatina nell’elencazione dei Comuni italiani dopo l’Unità .

Così veniva descritta Galatina da Antonio de Ferrariis nell’opera in latino “ De situ Iapigiae” scritta nel 1511 di cui di seguito viene proposta la  traduzione di uno stralcio :

“A 1.500 passi da qui (Soleto)c’è una città nuova” che prese il nome  (di città) di S.Pietro, e che è abitata da cittadini onesti, i quali parlano ancora la lingua greca. La città è situata in una vallata assai ridente, popolata di uliveti e d’ogni specie di alberi fruttiferi. Non ha un terreno arido come quello di Soleto; ma ha pozzi di acqua sorgiva in abbondanza. E’ quasi equidistante dai due mari … Posta nell’ombelico dell’intera Penisola, essa costituisce quasi un mercato generale per la compravendita delle merci.


… “(Galatina)ha una chiesa assai preziosa e bella, che Raimondo, principe di Taranto, dedicò a S. Caterina. (Egli stesso) la fece costruire, insieme con uno ospizio per forestieri e non pochi altri locali di servizio, ad imitazione, come dicono, della chiesa di S. Caterina che si trova sul monte Sinai, dove quel famoso personaggio, religiosissimo ed esemplare per la vita di pietà, fece voto di edificare un tempio. In questo tempio vi sono tombe della famiglia Orsini, che ha governato la città per molti anni”.

Nell’analizzare le origini e l’evoluzione del  territorio galatinese e della sua gente, non bisogna mai trascurare il fatto che la penisola  Salentina è una lingua di terra protesa verso la costa balcanica, al centro della quale vi è Galatina e quindi il paesaggio agrario galatinese. Le sue vicende storiche e sociali sono e sono state quindi fortemente influenzate da questa sua posizione geografica. Il Salento è più mare che terra, Galatina è più terra, ma la fisionomia del mare e le vicende che il mare porta con sé convivono con quelle della terra ferma. I venti ,la luce, i tramonti le albe nelle contrade galatinesi spesso hanno sullo sfondo i due mari. Il rapporto terra/mare per Galatina e i suoi abitanti è una osmosi da cui non si può prescindere.

[A. Antonaci, "Galatina Storia e Arte", Galatina 1998]

Le origini di Galatina