Visit Galatina
martedì 25 giugno2019

Public talk: Contemporary Tarantate and lands of remorse

Incontro pubblico, organizzato da DOMUS Artist Residency. Tarantate e terre del rimorso contemporanee: chi sono e da dove vengono? Presso il Palazzo della Cultura, Piazza Aligheri, a Galatina. Ore 18:30

Myriam Mihindou / Rikke Jorgensen
Claudio Zecchi / Ramdom/ Lastation
Henri Guette
Maristella Martella

Moderatori Romina De Novellis / Mauro Bordin
Responsabili dell’organizzazione Nunzia Perrone/Gigi Rigliaco
Assistente organizzativa Pauline Rossignol

Nello studio di Ernesto De Martino, La terra del rimorso, dedicato al fenomeno del tarantismo in terra salentina alla fine degli anni ’50, le tarantate e le pratiche rituali avevano una funzione catartica, nei confronti di un’esistenza segnata dalla precarietà e dall’emarginazione sociale, umana e geografica. Partire dal tarantismo, significa quindi partire dall’emarginazione e dalla precarietà, per dar vita ad una residenza d’artiste e curatrici a Galatina, città in cui le tarantate venivano a chiedere la grazia a San Paolo. Ripartire da un fenomeno minuto e locale, di cui restano solo gli aspetti legati al folclore, alla musica e alla festa dedicata a San Paolo patrono di Galatina, per attualizzare e dare rilievo al fenomeno come metonimia di condizioni umane estreme in terre estreme. Questo primo incontro pubblico, organizzato da DOMUS Artist Residency, è l’occasione per ascoltare le testimonianze di chi pone al centro delle proprie ricerche e del proprio lavoro le fragilità di territori e persone che al confine tra l’Occidente e l’Africa, tra l’Europa e il Mediterraneo, ancora subiscono gli effetti dell’essere ai margini come persone e come territori. Questo incontro ha lo scopo di condividere le similitudini che possono esserci tra le varie culture del Mediterraneo, individuare chi sono oggi le tarantate significa restituire un ruolo storico, antropologico e sociale a chi sopravvive in terre di confine e nell’indifferenza degli altri. Tale riflessione sarà affrontata in chiave contemporanea, tralasciando quindi gli aspetti più accademici e antropologici del fenomeno del tarantismo, attraverso i lavori dell’artista franco-gabonese Myriam Mihindou, sul senso d’appartenenza ad una cultura specifica e l’utilizzo del proprio corpo come mezzo di trascendenza del trauma, della violenza e della ferita. Le ricerche sul territorio africano della curatrice Rikke Jorgensen, faranno da legame tra le pratiche artistiche di Myriam Mihindou e la questione della marginalizzazione geografica di terre estreme studiate anche da Claudio Zecchi e l’Associazione Ramdom in Salento, grazie al programma di residenze di Lastation. Henri Guette sposterà l’attenzione della definizione di estremo verso i territori del Nord: il porto di Calais, in Francia, diventa un altro punto di vista per analizzare le dinamiche sociologiche del finis terrae. Concluderà la tavola rotonda la coreografa e danzatrice Maristella Martella, che da anni dedica le sue ricerche coreografiche al tarantismo, facendo dialogare tale cultura con altri esempi simili nel Mediterraneo e nel Nord Africa.